Storia

Anche se i primi tentativi di rappresentazione delle varianti d’autore risalgono al 1600 (Varianti d’autore nella storia), è solo dal XX secolo, e in particolare dall’edizione del 1927 di Francesco Moroncini dei Canti di Leopardi, che laFilologia d’autore ha potuto avvalersi di un metodo “scientifico”, che ha gettato le basi delle successive edizioni critiche (Metodi nella storia).
Accanto alla filologia d’autore si è presto sviluppata la sua applicazione critica: la critica delle varianti, che ha trovato in Gianfranco Contini ‑ sin dal saggio Come lavorava l’Ariosto del 1937 ‑ il suo fondatore ed esponente di spicco (La filologia d’autore e la critica delle varianti).
Nel corso degli anni, la filologia d’autore ha consolidato i metodi di rappresentazione e studio delle varianti d’autore, giungendo a un alto grado di sviluppo tecnico, fortemente differenziato, per impostazione e obiettivi, dalle omologhe esperienze europee, in particolare francesi (La filologia d’autore e la critique génétique).
Nel 1987, nelle Carte mescolate. Esperienze di filologia d’autore, Dante Isella con una felice innovazione terminologica, parla per la prima volta di filologia d’autore e traccia la storia della disciplina, fornendo – in edizioni esemplari dovute a lui o alla sua scuola ‑ una serie di modelli di rappresentazione delle varianti d’autore, dagli autografi pariniani, a quelli di Manzoni e di Gadda (La filologia d’autore di Dante Isella).

(Testo tratto da P.Italia-G.Raboni, Che cos’è la filologia d’autore, Roma, Carocci, 2016 [V ed.]).

 

bandiera Inghilterra

 

ENGLISH

Even though the first attempts in the representation of authorial variants date back to the 17th century (Authorial variants in history), it is only from the 20th century (with Leopardi’s Canti edited by Francesco Moroncini in 1927) that the authorial philology has been able to employ a “scientific” method, a crucial starting point for later critical editions (Methods in history).

A critical application of the subject soon developed next to authorial philology: variants criticism, born with Gianfranco Contini (his fundamental essay, Come lavorava l’Ariosto, dates back to 1937) who has long been its most prestigious representative (Authorial philology and variants criticism).

In the following years authorial philology has established reliable methods of representation and research of authorial variants, thus gaining a high standard of technical development, greatly different for settings and goals from similar European experiences, especially those undertaken in France (Authorial philology and the critique génétique).

In 1987 in the book Carte mescolate. Esperienze di filologia d’autore, Dante Isella talked for the first time about authorial philology, thus introducing a welcomed innovation in the subject’s vocabulary; he also retraced the subject’s history and gave – through exemplary editions completed by him and his team of scholars – a series of representation models of authorial variants, ranging from Parini’s manuscripts to those by Manzoni and Gadda (Dante Isella’s authorial philology).

 

(Text taken from P.Italia-G.Raboni, Che cos’è la filologia d’autore, Roma, Carocci, 2016 [V ed.]).

 

spagna

 

Para la versión española de esta página consulta la sección “Historia” en el siguiente enlace: http://www.creneida.com/revista/creneida-2-2014/qu%C3%A9-es-la-filolog%C3%ADa-de-autor-paola-italia-y-giulia-raboni/