Come lavorava Carducci con Federico Casari

Federico Casari vi racconta la storia di una poesia politica di Giosuè Carducci che, nel 1868, fu censurata dalla Questura di Bologna. Una episodio poco noto, che riguarda la ricezione di uno dei testi politicamente più infuocati della giovinezza repubblicana e democratica di Carducci, “Nel vigesimo anniversario dell’8 agosto 1848”.

La filologia d’autore si fa anche… per strada: questa ode fu stampata su un grande manifesto e affissa per le strade di Bologna l’8 agosto del 1868, in un momento politicamente caldo della storia italiana. Carducci fu costretto a togliere tre strofe esplosive: al popolo che, nel 1848, aveva vinto gli austriaci – scriveva – oggi si tolgono i diritti politici e anzi lo si opprime facendogli pagare la tassa sul macinato. Dinamite! La tassa sul macinato, infatti, provocò sommosse tra la popolazione, che l’esercito italiano soffocò nel sangue.

Il testo si legge, oggi, nei “Giambi ed epodi”, con le tre strofe reintegrate. La storia della poesia politica di Carducci, che è un tratto della storia della democrazia italiana, si può fare anche attraverso le varianti dei suoi testi. Se volete sapere qualcosa di più, Casari ne parla, assieme a Carlo Caruso, nel quarto capitolo del libretto “Come lavorava Carducci”.

Per il video qui

Be the first to comment

Leave a Reply

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*