Carte, penne e inchiostri: imaging, 3D e restauro digitale

è online l’ultimo numero di Umanistica Digitale:

Carte, penne e inchiostri: imaging, 3D e restauro digitale. 

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Ecco un’anticipazione:

Il seminario “Carte, penne, inchiostri. Imaging, 3D e restauro digitale”, organizzato dai Dipartimenti FICLIT e LILEC (Filologia Classica e Italianistica e Lingue, Letterature e Culture Moderne) dell’Università di Bologna Unibo, ha rappresentato un’importante occasione di confronto all’interno di un settore di ricerca in forte ascesa e interessato da continue novità, quello delle nuove tecnologie applicate allo studio dei beni culturali, in particolare all’analisi dell’oggetto manoscritto e dei suoi elementi portatori di informazioni storiche e culturali.

[…]

Gli interventi, che si possono vedere nel canale Youtube di Filologia d’autore, hanno, così, contribuito a fissare alcuni essenziali punti di riferimento che possono costituire una mappa preziosa a servizio della ricerca, utile sia come vetrina di opportunità che come orientamento contro la moltiplicazione degli strumenti di indagine materiale e virtuale, non senza suscitare, oltretutto, importanti spunti critici. Con testimonianze legate alla diretta esperienza, le studiose e gli studiosi, infatti, hanno sollevato tematiche cruciali che ci impongono di riflettere sulle best practices che oggi necessitano di essere difese e incentivate all’interno dei progetti: la necessità del personale scientifico nei laboratori di restauro e fotografia delle biblioteche, il lavoro di équipe tra i tecnici e gli esperti storici e umanisti, l’importanza per le istituzioni di fare rete e di avere una comune visibilità online su progetti simili ma isolati che potrebbero, invece, trarre forza gli uni dagli altri, i nuovi orizzonti offerti dalla digitalizzazione dei materiali e i benefici della condivisione degli standard di interoperabilità.

L’Università di Bologna, e il particolare i Dipartimenti FICLIT, con il centro DH.Arc (Digital Humanities Advanced Resource Center) e il ADLab e il LILEC, si pongono come punti di riferimento per sviluppare, in un’ottica collaborativa e partecipativa, progetti e metodi di lavoro.

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